[Articolo] La liberta non è la customizzazione

Se pensiamo alla libertà, la prima cosa che ci viene in mente è con ogni probabilità legata alla scelta.
Liberi di scegliere dove andare, con chi, quando.

Ora restringiamo il campo, pensiamo alla libertà in senso "digitale", riferita ai nostri computer e cellulari.
Probabilmente penseremo a qualcosa che ha a che vedere con il poter impostare, programmare, usare ogni applicazione come megio ci piace. Io almeno, ho pensato a questo per lungo tempo, e l'ho sempre considerata una cosa bella.

Ma non è così!

Anni di lavoro e tempo libero nell'universo digitale, mi hanno insegnato che troppa libertà può essere controproducente
Può essere soverchiante, inibire, spaventare. 

Qual'è la descrizione giusta da inserire? 
Dove trovo le icone per creare il collegamento?
Come inserisco il codice del colore di sfondo?
Ore perse e risultati dubbi, nel migliore dei casi amatoriali.

Se si è troppo liberi, ci si blocca.

Ci occorre davvero essere liberi di impostare, modificare, adattare e smanettare?
No.
Ci ocorre libertà totale di scegliere il fine che ci prefiggiamo di raggiungere con i nostri strumenti, non ogni dettaglio del loro funzionamento.
Altrimenti il pericolo, immenso quanto sottovalutato, è di perderci nelle configurazioni e nelle personalizzazioni, restando intrappolati nello strumento invece di correre verso il fine per cui lo utiliziamo.

(Ovviamente, parlo dal punto di vista dell'utente.
Il discorso non vale per tecnici e smanettoni, che devono conoscere lo strumento proprio perchè il loro fine è migliorarlo e perfezionarlo.)

9 commenti:

  1. Credo che la libertà di cui parli, di scegliere il fine piuttosto che scegliere come raggiungerlo, costituisca le fondamenta della filosofia di Apple. I loro prodotti sono spesso accusati, non a torto, di essere troppo chiusi e quasi per nulla personalizzabili, ma è anche vero che ti permettono di portare a termine ciò che vuoi fare in tutta semplicità e immediatezza, senza doverti preoccupare di impostare alcunché (o quasi).

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  2. In effetti Marco, hai ragione.
    ...rileggendo alcuni post inizio a chiedermi se non inizi ad essere un po' a sproposito il titolo "l'ANDROIDE minimalista".

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  3. A livello teorico il tuo discorso fila, ma non sarebbe meglio far scegliere all'utente?
    Ovvero far decidere a che livello si vuole personalizzare, si è capaci di personalizzare, rendendo solo più semplici le manovre da fare in caso si volesse tornare indietro?
    Libertà anche di fare una sciocchezza, incasinare il sistema, e poi imparare a risolvere l'errore fatto, al limete anche con il proprio/a geek.

    Si avrebbero meno utenti finali e più utenti attivi.

    E dopo questa temo di essere come quelle donne sposate (con Apple) che ricorda con nostalgia il suo amore di gioventù (GNU/Linux).

    Un Sorriso.

    Veltavia

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  4. Non so Veltavia: anche il tuo discorso, teoricamente, fila.
    Però pensa a quanto si complicherebbe un sistema (OS, cellulare, walkman, tv) se oltre a tutti i suoi controlli già indispensabili lo si dovesse anche equipaggiare con una gestione del livello di customizzazione, combinata ad un meccanismo di recovery...
    Mi pare poco ottimizzato.

    E' vero quel che dici: sbagliando si impara.
    Ma siamo sempre lì: non è che tutti dobbiamo essere tecnici, più per necessità che per virtù. Basta che lo siano alcuni, quelli che scelgono di esserlo e non ci si trovano costretti da un sistema troppo difficile.

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  5. Certo, infatti per come stanno le cose oggi l'utente può scegliere.
    :)
    (Ps. ...e io sono passata ad Android, ora ho il dovere di provare tutte le tue app)

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  6. Wooooooooooooow!
    Sei diventata un'androidina anche tu!!!

    :)

    PS:
    Che poi, facile facile il mac mica sempre... al di sotto dell'interfaccia c'è tutto un codice da esplorare.
    Che mi guardo bene dall'avvicinare, ma se uno volesse, c'è spazio anche lì per smanettare ampiamente.

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  7. Il tuo discorso va ben oltre l'informatica vorrei avere tempo per approfondirlo.

    Nel frattempo posso consigliare il libro di Robert Cialdini "La armi della persuasione", un best seller che dovrebbe essere letto da ogni persona sulla terra.

    Per quanto attiene al tuo post, il succo è questo: la libertà, l'abbondanza di opzioni disponibili causa la paralisi del cervello che non riesce più a decidere cosa fare, quale opzione scegliere tra le multipli disponibili. Quindi la libertà diventa controproducente in quanto non permette di agire, qui ed ora, non riesce a scegliere, a decidere. Si rivolge quindi all'esperienza pregressa, al pregiudizio, al consiglio altrui, tutte scelte insomma che limitano la sua "libertà" incanalando la scelta verso opzioni meglio definite.

    In generale, una intera società potrebbe (e si sta) addirittura disgregarsi a causa delle scelte multiple disponibili.

    Mi piacerebbe scrivere di più, è un bellissimo spunto..

    Ciao.

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  8. Postando il commento il sistema ha fatto comparire la scritta: "Dimostra di non essere un robot", devo inserire i captcka.

    Credo che non ci siano problemi di "eccesso di libertà" quando devo passare da un sistema che mi chiede di dimostrare di essere un essere umano. La libertà nell'informatica in fondo è ancora un concetto fittizio.

    Ciao.

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  9. sono androidiano da due anni...e sinceramente, l'ultimo android che ho preso, l'ho lasciato com'è...niente root, niente, bootloader, niente rom...
    negli anni passati avevo un htc: ore perse a flashare rom, con migliorie praticamente inesistenti, che mi costavano tempo e nervoso (spesso mi aspettavo miglioramenti reali, non "meno lag"...
    non partecipo più alle discussioni agli articoli di androidiani: senza offesa, ma non si può passare ore a leggere di rumors, di mezzo hertz in più nel processore, di guide infinite per avere qualche miglioramento marginale..
    ora uso il mio smartphone come uscito di fabbrica, con tutti i programmi che posso installare senza root....e mi sono reso conto che ho perso ore per...nulla....
    si hai ragione: abbiamo perso di vista il fine (contatti, un po' di navigazione e lavoro fuori casa), per arenarci inesorabilmente sul mezzo...ero smanettone, ora non più...e garantisco che ne ho guadagnato..

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