TUTTO NUOVO!

Carissimi, questo blog si trasforma, si sdoppia, cambia nome, e si sposta.
Da oggi l'androide sarà:

Il vuoto nel contenitore
Riflessioni sulla tecnologia e il design, insieme al mio diario e le mie foto.

Tao & Bits
Un tumblr di multimedia, software, link e cose belle sul web (in inglese)


Ecco i nuovi riferimenti:
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  • feed RSS "Tao & Bits"

[LOL] I still remember...

Via

[Android App] TED Air

Se non conoscete TED, vi state perdendo una cosa meravigliosa: rimediate subito e mi ringrazierete.

Per godervene i contenuti anche su Android, consiglio TED Air, un client ricco e ben fatto.
Tra i suoi numerosi plus, c'è anche il download dei video, così da poterli guardare pure in assenza di copertura dati.

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[Web] Unsubscribr

Mail inutili che intasano la casella?
Unsubscribr spulcia gli ultimi 5 giorni, individua la roba inutile e ci cancella dalle liste (quasi) tutto da solo.

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[Articolo] La liberta non è la customizzazione

Se pensiamo alla libertà, la prima cosa che ci viene in mente è con ogni probabilità legata alla scelta.
Liberi di scegliere dove andare, con chi, quando.

Ora restringiamo il campo, pensiamo alla libertà in senso "digitale", riferita ai nostri computer e cellulari.
Probabilmente penseremo a qualcosa che ha a che vedere con il poter impostare, programmare, usare ogni applicazione come megio ci piace. Io almeno, ho pensato a questo per lungo tempo, e l'ho sempre considerata una cosa bella.

Ma non è così!

Anni di lavoro e tempo libero nell'universo digitale, mi hanno insegnato che troppa libertà può essere controproducente
Può essere soverchiante, inibire, spaventare. 

Qual'è la descrizione giusta da inserire? 
Dove trovo le icone per creare il collegamento?
Come inserisco il codice del colore di sfondo?
Ore perse e risultati dubbi, nel migliore dei casi amatoriali.

Se si è troppo liberi, ci si blocca.

Ci occorre davvero essere liberi di impostare, modificare, adattare e smanettare?
No.
Ci ocorre libertà totale di scegliere il fine che ci prefiggiamo di raggiungere con i nostri strumenti, non ogni dettaglio del loro funzionamento.
Altrimenti il pericolo, immenso quanto sottovalutato, è di perderci nelle configurazioni e nelle personalizzazioni, restando intrappolati nello strumento invece di correre verso il fine per cui lo utiliziamo.

(Ovviamente, parlo dal punto di vista dell'utente.
Il discorso non vale per tecnici e smanettoni, che devono conoscere lo strumento proprio perchè il loro fine è migliorarlo e perfezionarlo.)

[Android Game] Elegant Riddles

101 indovinelli, giochi di parole e quiz di logica.
Gratis, con un sacco di foto e una bella impaginazione.

PS: L'ho scritto io, sarei felice di sapere se vi piace (se non siete tra i poveri martiri che ho già tediato con le beta-version e i vari test!).

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[Citazione] Dune, di di Frank Herbert


Non devo avere paura.
La paura uccide la mente. La paura è la piccola morte che porta con sé l'annullamento totale.

Guarderò in faccia la mia paura.
Permetterò che mi calpesti e mi attraversi.
E quando sarà passata, aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso.

Là dove andrà la paura non ci sarà più nulla.
Soltanto io ci sarò.

[Articolo] Una storiella letta su intenret

Qualche passaggio tratto da una delle mille storielle che girano su internet:

Un uomo era seduto in una stazione della metropolitana di Washington DC e iniziò a suonare il violino, era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti.
Durante questo lasso di tempo, poiché era l'ora di punta, è stato calcolato che 1.100 persone sarebbero passate per la stazione, la maggior parte di loro con l' intento di andare a lavorare.

Nei 45 minuti che il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un po '. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Tirò su $ 32.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei musicisti più talentuosi del mondo. Aveva appena eseguito uno dei pezzi più complessi mai scritti, su un violino del valore di $ 3.5 milioni di dollari.

Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston, dove i post in media costavano $ 100.
Joshua Bell era in incognito nella stazione della metro, il tutto organizzato dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La prova era se in un ambiente comune ad un'ora inappropriata percepiamo la bellezza.

Riconosciamo il talento, il bello, l'armonia in un contesto inaspettato? 



Leggenda metropolitana o esperimento che sia, se ci pensiamo e riflettiamo sulle occasioni simili che abbiamo vissuto, la risposta sembra essere no.
No, non riconosciamo la bellezza se siamo immersi nell'ordinarietà, nella fretta, nelle preoccupazioni, nello stress. Non riconosciamo qualcosa di nobile ed elevato, se siamo presi in compiti e necessità più basse, pressanti, immediate.

Pensate ora alla stessa storiella, da un punto di vista differente: se fossimo abituati ad essere circondati di cose "belle", sapremmo riconoscere l'arte con più facilità?
Se vivessimo in un mondo che tiene in maggior conto le proporzioni, i colori che stanno bene, il dettaglio curato. Un mondo che progetta tenendo conto del piacere di usare qualcosa che funziona bene, che ha una bella grafica, un bel suono, è comodo, è veloce, è amichevole. Un mondo più attento alla user experience insomma... ci aiuterebbe a vedere il bello che ci circonda?