(Articolo) Chi ha detto che comunicare è diventato più semplice?

Pronto? Prontoooo?
Facciamoci una domanda: quando i telefoni hanno smesso di essere oggetti e sono diventati nostri amici?

Difficile dirlo. Tutto è forse iniziato, anche se nessuno poteva immaginarlo, quando il cellulare ha preso il posto della sveglia. In fondo, a ben pensarci, è lì che ha iniziato a darci il buongiorno ed essere la prima "persona" con cui entriamo in contatto ad ogni nuovo mattino.
Poi i cellulari hanno iniziato a ricordarci appuntamenti e compleanni, ad aiutarci sul lavoro facendoci leggere mail e documenti ovunque ci trovassimo, a tenerci compagnia con i primi giochi. E' forse qui che è nata la complicità e la simpatia. Un po' la stessa che ci legava ai ragazzini del quartiere con cui si giocava al parco un pomeriggio ogni tanto, o quella che ci unisce ai colleghi di vecchia data con cui abbiamo sbrogliato inghippi e gestito emergenze.
Qualche anno dopo sono arrivati anche i social network a incasinare le cose, e lì con le notifiche di Twitter e gli update di Facebook il trillo della notifica è diventato una voce familiare, sinonimo di un messaggio amico.

Risultato: il tramite ha iniziato (e anche già finito, in alcuni casi) a confondersi seriamente con i due estremi della conversazione.

E navigando sul web rimango perplessa.
Qualcuno ha studiato le reazioni del cervello degli utenti iPhone quando suona il loro telefono: pare si attivino gli stessi centri di quando si incontra la fidanzata. Qualcun altro ha fatto una ricerca sul carattere di chi utilizza Android rispetto a iOS ed ha classificato le differenti psicologie in base al telefonino. Qualcun altro ancora ha dichiarato il proprio amore a Siri e si è pure sentito rispondere.

Sarò nostalgica, ma una volta chiamavo dal telefono a gettoni, passavo dieci minuti a chiacchierare e riattaccavo. Ora strofino lo schermo dello smartphone per 45 minuti e alla fine non ho parlato con nessuno.
Chi ha detto che comunicare è diventato più semplice?

Immagine: Are You There?