Da poco però si è aggiunta una voce di tutto rispetto alla mini-community nostrana, Laura Dossena, che con il suo blog "Minimo", ci offre interessanti spunti di riflessione.
Di seguito riporto una breve presentazione di questo nuovo spazio on-line, scritta da Laura per i lettori dell'Androide:
Dalla pagina di presentazione di Androide Minimalista:
"Perché scrivere un blog sul minimalismo?
[...] Perché credo che molti non si soffermino a riflettere sugli impegni che prendono o sul loro modo di vivere. Tante persone non ne sentono mai, in tutta la vita, la necessità. Buon per loro, se sono felici... ma se invece vanno semplicemente avanti per inerzia, solo perché tutti fanno così o perché non immaginano si possa davvero vivere in modo diverso, la loro è una situazione di sofferenza inconsapevole, di mancata libertà.
Il minimalismo è solo una filosofia, si dice a volte. È una cosa per i monaci zen, per gli asceti, per chi non fa altro nella vita che sedere a gambe incrociate in meditazione... Non è vero. E con queste pagine, nel mio piccolo e per quanto possibile, vorrei dare una testimonianza di come invece si possa mettere in pratica il minimalismo anche in una vita normale, quotidiana, con un lavoro e una famiglia."
Se qualcuno mi chiedesse il perché di minimo, non credo potrei dare una risposta più precisa di così. Vorrei che il mio blog fosse la cronaca di un percorso, e che offrisse degli spunti di riflessione; magari, se proprio sono capace e fortunata, che instillasse qualche dubbio. Vorrei anche io far capire che il minimalismo non è un fenomeno da gente vagamente hippie, che non usa l'elettricità, rinuncia ai piaceri della vita e veste solo di bianco (o di arancione). O meglio, può essere tutte queste cose o nessuna. La sua forza sta proprio nel fatto di rappresentare un'idea sufficientemente ampia e potente da poter (r)accogliere tante declinazioni diverse, più o meno radicali. Tutti possono trovare uno spunto valido: dal sapone fatto in casa allo sgombero degli armadi, da chi si è licenziato e gira il mondo con tutto quel che possiede in una borsa, alla madre di famiglia che deve (anche) far quadrare i conti. Spesso, la scelta minimalista ha conseguenze positive in più ambiti, come un riverbero, un'eco che si propaga anche dove non pensavamo.
Per noi, tutto è partito da qualcosa di molto pratico e pochissimo filosofico, un progetto di decluttering (se vi interessa saperne di più, vi invito a partire da qui) che ci ha fatto toccare con mano quanti oggetti superflui avessimo accumulato nel corso del tempo, quante risorse ci costassero (spazio, soldi, caos), quanta fatica ci volesse per liberarsene. Oggi, in casa, lo "spazio bianco" inizia a occhieggiare e non abbiamo nessuna voglia di riempirlo di nuovo. Abbiamo optato per sostituire i libri cartacei con gli ebook, stiamo cercando di affrontare il Natale in modo un po' più riflessivo e meno consumistico, abbiamo scoperto i detersivi fai-da-te. Abbiamo più spazio, più tempo, più soldi, in una parola ci sentiamo e siamo più liberi. Credo sia un risultato straordinario.
Tutte le scelte che ho citato (e in generale tutto quanto ricade nel "less is more") tendono ad avere un impatto positivo sull'ambiente, sono funzionali, fanno risparmiare (nel breve o nel lungo periodo): ma non è detto, naturalmente, che vadano bene per tutti. Fortunatamente (!), i comandamenti del minimalismo non esistono: ognuno fissa le proprie regole, e si va anche per tentativi... esattamente come quando si prova una nuova app. Che può essere stupenda tecnicamente, e quindi avere un valore intrinseco molto alto, ma non è detto sia adatta alle mie specifiche esigenze; e se è così, allora, il suo valore per me sarà zero. Non esistono scelte buone in assoluto; e il minimalismo non è buono in assoluto. Ma vi consiglio di provare. A svuotare un armadio, a smettere di usare la carta di credito per una settimana, a fare yoga, a usare l'aceto anziché l'anticalcare, a non comprare regali questo Natale, o a comprarne meno. A eliminare dal computer tutte le applicazioni inutili che servono solo a riempire il disco rigido e a fare confusione sul desktop, proprio come la mezza tonnellata di oggetti di cui ci siamo liberati, che creavano solo disordine e occupavano spazio. Provateci. Fate un passo solo, in qualsiasi direzione, e poi chiedetevi se avete voglia di farne un altro, e quale potrebbe essere. Sarà il vostro percorso, e quello di nessun altro, ma vi posso garantire che non passerà molto prima di incrociare qualcuno. E se siete curiosi di sapere in quale direzione stiamo andando noi, seguiteci qui, su minimo, su Il Mac Minimalista.
Grazie, è un piacere apparire qui!
RispondiEliminaHa colto nel segno:minimalismo essenza di libertà.
RispondiEliminaSono davvero convinta che in questo contesto non esistano regole e che non debbano esistere: è un percorso di vita e di (de)crescita personale, quindi è impossibile pensare di imporre dei comandamenti. Al massimo si possono offrire degli spunti!
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