Minimalismo e internet: il successo del web in piccolo

Molti sono i modi in cui il web ha cambiato radicalmente stile ed orientamento, dalla sua nascita ad oggi. Elencarli o analizzarli tutti sarebbe di certo al di là delle possibilità di uno spazio come questo (e di dubbia utilità), ma uno dei cambiamenti merita forse una riflessione più approfondita: la prevalenza ormai sempre maggiore delle "piccole" informazioni.

Con "piccole informazioni" mi riferisco ai post personali che hanno a volte più lettori delle news ufficiali, agli aggiornamenti inseriti dagli utenti che quasi prevalgono su quelli riportati dai principali siti, al giornalismo fatto dai reporter volontari o occasionali. In generale, vuoi per la diffusione sempre più capillare del web, per la maggiore facilità di utilizzo della rete o per il web 2.0 che ha portato dinamicità e fluidità nella navigazione, l'inserimento dell'elemento umano diventa via via sempre più presente on-line e promette per il futuro una crescita ancora maggiore.

Esempi di "piccolo web"
L'esempio più eclatante della prevalenza del piccolo sono i social network.
Twitter ha addirittura fatto della limitazione un marchio distintivo, con il suo limite di 140 caratteri, ma anche la media dei post del concorrente Facebook, sebbene non imposta rigidamente, si è attestata da sè su un numero di caratteri non molto più alto. Si inseriscono citazioni, link, immagini: elementi brevi ed incisivi, che trasmettono l'informazione senza fronzoli, al massimo con un commento lapidario.
Ma anche nel resto del web le informazioni atomiche hanno la meglio sul mainstream. Su YouTube vengono caricati migliaia di video girati e montati dagli utenti: nessun palinsesto, nessun presentatore, canali e playlist create dagli iscritti. Anche Wikipedia è fatta tutta dalle pagine editate e composte dagli utenti, così come molti siti dedicati alla musica caricata direttamente dai visitatori e testate composte di news provenienti dai singoli invece che dalle agenzie. Infine, anche considerando le pubblicità la tendenza è confermata: basti pensare ad AdSense, che posiziona i suoi banner proprio nei piccoli/medi siti, senza passare dai grandi canali pubblicitari che servono i colossi.

La forza del piccolo
Perchè il piccolo prevale sul grande? Perchè il contenuto creato dall'aggregazione di tanti micro-contributi sta avendo la meglio su quello organizzato ed unitario?
Credo che la risposta vada cercata nell'umanità della rete. Il web è fatto di computer, ma dietro a questi ci sono delle persone, che si interfacciano meglio, per loro natura, con un linguaggio ed un metodo espositivo colloquiale e simile a quello della vita di ogni giorno, forse meno ordinato e pedagogico, ma certo più comprensibile e facile da assimilare, più vivo.
La nostra natura ci porta a comunicare, invece che limitarci ad ascoltare o leggere informazioni fornite "dall'alto", così come siamo più portati ad interagire che navigare passivamente, perchè avvertiamo lo stimolo di chiedere, commentare, proporre... E' il nostro modo di imparare.: il minimalismo nel web lo rende possibile, perchè sta dando voce e importanza alle componenti umane, che si stimolano e si alimentano a vicenda, fino modificare la struttura e l'aspetto della rete.
Il web 2.0 ha portato fluidità, dinamicità ed ha accelerato tutte le nostre azioni on-line. Chissà che la sua prossima evoluzione non sia anche in direzione del "piccolo"?

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